Chiariamo subito un punto: si chiama idromele e non idromiele, anche se fatto con il miele e non con le mele!
Si tratta, infatti, di una bevanda alcolica realizzata grazie al processo naturale di fermentazione del miele innescato dall’aggiunta di lievito, e non di alcool, come ci conferma l’origine stessa del suo nome: hydor (in greco, acqua) e meli (in greco, miele).
Diffusa ampiamente in antichità, ancor prima della birra, come una raffinata bevanda servita durante il simposio dei principi o in occasione di cerimonie sacre, questo prodotto era considerato il nettare degli Dei, da molti associata alla celebre “ambrosia” sorseggiata dagli Dei dell’Olimpo.
Apprezzato già dagli Egizi, dai Romani e dalle popolazioni scandinave, l’idromele era tradizionalmente offerto in dono alle coppie appena sposate, in una quantità sufficiente a durare circa un mese: non a caso, la locuzione “luna di miele” deriva proprio dal fatto che, per la durata di un intero ciclo lunare, la coppia poteva godere di questa bevanda!
L’idromele è noto per le sue numerose qualità: è ricco di sali minerali, come calcio e magnesio, ed ha proprietà antinfiammatorie e antibiotiche. Da consumare rigorosamente fresco, ha un sapore piacevolmente dolce ed è perfetto per accompagnare dolci di pasticceria secca, come un vin santo od un passito. Oltre alla formulazione classica, in commercio possiamo trovare molte altre varianti, alcune a base di miele e malto, altre di miele e frutta ed altre ancora di miele e spezie.