Tra le tribù indigene del Nepal, i Kulung sono famosi per la straordinaria abilità con cui raccolgono un miele molto raro e particolare, conosciuto come Miele Matto e prodotto dall’ape autoctona, l’Apis laboriosa dorsata, la più grande ape conosciuta al mondo.
Bottinando piante locali appartenenti alla famiglia delle Ericacee – come l’azalea ed il rododendro – le api giganti del Nepal trasferiscono in questo miele primaverile, scuro e denso, anche la potente tossina allucinogena contenuta nei loro fiori, la graianotossina, conferendo al prodotto finale proprietà allucinogene e psicotrope!
La posizione proibitiva degli alveari, le modalità estreme del raccolto e le eccezionali proprietà organolettiche, rendono questo miele estremamente raro, ricercato e costoso.
Raccogliere il miele, in questa zona del Nepal, è una tradizione sacra: un compito che può svolgere solo chi è stato istruito in sogno da uno spirito della foresta, come racconta Mauli Dhan Rai nel documentario prodotto da National Geographic/The North Face nel 2017, “L’ultimo cacciatore di miele”.
Per assicurare questo straordinario prodotto alla comunità, i raccoglitori esperti affrontano infatti rischi estremi, legati alle innumerevoli punture d’api che ricevono ma, soprattutto, alle altezze vertiginose fino a cui devono spingersi per raggiungere gli enormi favi sospesi nel vuoto (ogni alveare, sviluppato in verticale, può raggiungere una lunghezza di circa 1 mt ed un peso di circa 60-70 kg).

La tecnica tradizionale consiste nel costruire delle lunghissime scale a pioli – alte anche oltre i 30 mt – realizzate con corde e fusti di bambù. Una volta giunti all’altezza dei favi – che spesso si trovano a 2.500 mt di altitudine – i raccoglitori devono avanzare con attenzione lungo i bordi dei crepacci per avvicinarsi abbastanza, colpire il favo con un bastone di bambù lungo fino a 7 metri, afferrarlo con prontezza e riporlo nelle ceste di vimini che portano con sé.

Ingerito in minime quantità, pare che il mad honey possa avere un leggero effetto inebriante e rilassante, favorendo – secondo i riti tradizionali del luogo – sogni e visioni e, se dosato correttamente (2 cucchiaini al massimo), viene anche utilizzato come rimedio terapeutico dalla medicina tradizionale.
Quando assunto, invece, in dosi massicce o usato in modo improprio, questa particolare sostanza può causare una sintomatologia anche violenta, caratterizzata da vomito, diarrea, paralisi motorie momentanee e confusione mentale: agendo, di fatto, come una sostanza psicotropa e tossica per il nostro organismo.
A causa del suo contenuto di graianotossina, nel 2019, la Commissione Europea ha considerato di vietare la vendita del Mad Honey nell’Unione Europea.
Insomma, un prodotto probabilmente pericoloso, sia per il consumatore finale che, senza dubbio, per i raccoglitori locali i quali, per entrarne in possesso, sono costretti ad attuare una metodologia di raccolta estremamente pericolosa che mette a repentaglio la loro vita, a fronte di un guadagno irrisorio e non adeguato al rischio affrontato (n.b.: il miele matto viene commercializzato in media a circa 70 centesimi di dollaro al grammo!).
Curiosità
Il miele pazzo potrebbe essere annoverato tra le primissime armi biologiche conosciute! Si dice che nel 67 a.C., quando i Romani invasero la regione del Mar Nero, i soldati del regno del Ponto, in Anatolia, piazzarono dei favi di ape himalayana a guisa di trappola lungo il tragitto che l’esercito avrebbe percorso. I militari, affamati, non resistettero alla tentazione. Assaporarono quella ricarica inaspettata di energia ma vennero sopraffatti dagli effetti collaterali: perdendo lucidità e capacità di azione, non riuscirono a portare a termine la missione soccombendo agli avversari.