Quanti di voi, arrivati a questo momento dell’anno, possono affermare di non essere stressati o stanchissimi?
In occasione della Giornata Mondiale dello Yoga che si celebra oggi, 21 giugno, non possiamo che invitarvi a prendervi cura di voi stessi e a volervi più bene!
Istituita nel 2014 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la giornata internazionale riconosce il giusto merito a questa disciplina che, tra le più antiche dell’India, è stata inserita dall’UNESCO nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità, per la profonda influenza che da sempre essa ha esercitato su storia, società ed impianto culturale.
Gli antichi yogin si sono spesso ispirati al regno animale per elaborare pratiche che connettessero sempre più l’uomo alla natura, traendone massimo beneficio: basti pensare alla posizione del cane a testa in giù, a quella del gatto, dell’aquila o del cobra. Ma forse non tutti sanno che anche le api hanno trovato spazio tra queste routine millenarie con la Bhramari Pranayama, ovvero la respirazione dell’ape.
Bhramari, in lingua sanscrita, significa “ape” e questa tecnica si chiama così proprio perché durante la sua esecuzione viene prodotto un suono simile al ronzio dell’insetto, grazie al quale si possono ottenere numerosi benefici fisici e raggiungere stati di coscienza superiori…
Ci si siede in una posizione comoda, gambe incrociate e schiena ben dritta, e si respira profondamente, inspirando ed espirando sempre dal naso: con la bocca chiusa, si emette un ronzio continuo e prolungato. Trasportati da questo dolce suono, entriamo in uno stato introspettivo naturale, che acquieta le ansie e schiude nuove e più sottili percezioni.
La vibrazione prodotta con questo mudra riverbera infatti nella scatola cranica e nel liquido cefalorachidiano, producendo un massaggio al cervello e alle sue ghiandole, con un effetto benefico anche su midollo spinale e nervi, che si espande su gola, nuca e fronte.
Provare per credere!