Per quanto il mondo delle api sia perfettamente organizzato, tutto il meccanismo di sopravvivenza crollerebbe nel momento in cui l’ape regina non fosse presente.
Il ruolo dell’ape regina all’interno dell’alveare è vitale: è l’unica, infatti, munita di apparato riproduttore e, pertanto, l’unica in grado di accoppiarsi e deporre uova feconde, per consentire la successione e il rinnovo della famiglia.
Il compito primario delle api regine: deporre uova
La forza di uno sciame dipende molto dal numero di componenti e quindi dai ritmi di produzione della regina. Un’ape regina nel pieno delle sue forze arriva a deporre fino a 2.000 uova al giorno.
Da queste uova nasceranno nuovi individui, tra cui, anche una nuova regina. Quando la sovrana dell’alveare inizia a invecchiare, infatti, le altre api iniziano a costruire celle reali in cui risiederanno le larve destinate a diventare regine.
Ma come riesce un’ape qualsiasi a diventare regina?
Il segreto è presto detto e risiede nell’alimentazione: le larve deposte all’interno delle celle reali vengono infatti nutrite in modo differente dalle altre. Se tutte le altre ricevono infatti pappa reale soltanto per i primi tre giorni di vita, le api destinate a divenire sovrane avranno a disposizione questo super alimento durante tutta la loro crescita. La pappa reale le farà così sviluppare in modo diverso, raggiungere dimensioni maggiori e, soprattutto, ottenere un apparato riproduttore in grado di deporre uova feconde, l’elemento distintivo delle api regine.
Scopo unico di un’ape regina è quindi deporre uova, per tutto il suo ciclo vitale. A tal fine, trascorre l’intera esistenza nell’alveare, uscendo esclusivamente in occasione dell’accoppiamento con i fuchi (esemplari maschi), che avviene una sola volta nel corso della sua vita.
Le api operaie si prendono sempre cura dell’ape sovrana
Per quanto l’ape regina possa essere identificata come l’individuo più grande e forte, è bene specificare che le regine non sono in grado di sopravvivere da sole. Le api operaie si prendono sempre cura della loro regina: provvedono a qualsiasi suo bisogno, la mantengono al caldo, la nutrono e si accertano sempre che sia in piena salute.
Un’attenzione fondamentale, dato che il ciclo vitale di qualsiasi ape varia dai 30 ai 60 giorni: senza un continuo ricambio di api, tutti gli individui dello sciame morirebbero e la famiglia giungerebbe alla sua fine.
Le api operaie si prendono cura della regina anche quando viene sostituita. Quando una regina non è più produttiva, deve lasciare l’alveare. In questa fase, una parte dello sciame va con lei e si stabilisce altrove (sciamatura). Qui il gruppo di operaie che la segue, si prenderà cura di lei fino alla fine dei suoi giorni.
Tutti i fuchi della colonia sono interessati alla regina
La regina di un alveare si aggiudicherà tutti i maschi della colonia, che si accoppiano con la regina durante il volo nuziale.
In questa fase la regina emette tantissimi feromoni che attirano l’attenzione di tutti i maschi presenti nell’alveare e anche in quelli vicini. Durante l’accoppiamento i fuchi lasciano il loro organo riproduttivo all’interno della regina, morendo poco dopo. Al termine del volo nuziale, la regina avrà accumulato abbastanza seme all’interno delle sue spermateche (particolari sacche interne) da poter fecondare uova per tutto il resto della sua vita.
Curiosità
Le api possono scegliere in anticipo il sesso delle nuove nasciture: da uova fecondate nasceranno api femmine mentre dalle uova non fecondate, nasceranno fuchi.
L’ape regina è l’unica ape che utilizza il suo pungiglione a scopo riproduttivo e non di difesa. Il pungiglione della regina è liscio e viene chiamato ovopositoreproprio per la sua funzione di deporre uova. L’ape reginalo utilizza come strumento di attacco solo al momento della sua nascita, quando dovrà contendersi il trono con la sua avversaria. La forza di uno sciame dipende dalla perfetta interazione tra la regina e il resto delle api. La sovrana dell’alveare è il cuore pulsante dello sciame ma senza il supporto della sua famiglia non riuscirebbe a sopravvivere neanche un singolo giorno