La vigna sempre più “habitat” delle api, alleate della difesa della biodiversità del made in Italy

Le api, fondamentali per la vita dell’uomo, per l’ambiente, per l’agricoltura e anche per la vigna. E se di progetti che legano viticoltura e apicoltura in giro per il Belpaese non ne mancano, questo legame è stato “benedetto” anche a livello istituzionale, a “Vinitaly 2023”, nel talk “Dove le api incontrano il vino”, di scena ieri e promosso da Fedagripesca Confcooperative.
“La difesa del made in Italy passa anche attraverso la difesa delle api e della tutela della biodiversità. Consideriamo il miele un settore di punta dell’agroalimentare italiano che può offrire opportunità di crescita economica anche ai giovani. Sono stati raddoppiati i finanziamenti a disposizione delle aziende apistiche ed è in via di definizione anche l’istituzione di un tavolo permanente sul miele perché siamo convinti che per dare nuova visione al settore occorra puntare sul confronto e la partecipazione”, ha detto Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura con delega al miele. Il professore Antonio De Cristofaro dell’Università del Molise e l’entomologo Paolo Fontana, ricercatore della Fondazione Edmund Mach, hanno evidenziato come il vigneto, con opportuni accorgimenti agronomici, possa rivelarsi un ambiente idoneo all’allevamento delle api. “La presenza delle api in vigna è in ascesa – ha dichiarato – tra api e vigneti c’è il minimo comune denominatore che è l’amore e il rispetto per il territorio”. “Le api sono il bioindicatore per eccellenza, e non sono in alcun modo una minaccia alle vigne, perché non riescono a perforare gli acini d’uva”, ha detto l’enologo Camillo Zulli della cantina biodinamica Orsogna, in provincia di Chieti, che vanta una superfice di vigneti 100% biologici, e che già nel 2016 ha realizzato una linea di vini dedicata alla biodiversità e alle api, realizzata con i lieviti estratti dal polline. “L’impegno dell’amministrazione è di contemperare la sostenibilità ambientale, che è uno dei pilastri della Pac, insieme alla tutela della competitività delle aziende. Ma abbiamo fatto anche altro, puntando sulla concentrazione dell’offerta e sul rafforzamento delle reti delle associazioni di produttori, oltre a lavorare per collegare sempre di più il mondo della ricerca con quella della produzione”, ha sottolineato il dg del Ministero dell’Agricoltura Luigi Polizzi.. Ribadendo l’importanza di una campagna di comunicazione come quella di “Generazione Honey” che fa informazione sul settore apistico, per il quale il Ministero ha istituito un fondo ad hoc.

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Terrantiga

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Terrantiga, espressione della biodiversità sarda, dove alle fioriture spontanee di erica arborea, lavandula, asfodelo, cisto si alternano il rosmarino, l’eucalipto, la malva, il trifoglio, il cardo selvatico, è l’unico collettivo di apicoltori esistente in Sardegna. Una tradizione secolare tramandata di generazione in generazione che si traduce in un modello di apicoltura sostenibile, naturale ed etica: un’azienda che fa del biologico un suo pilastro e che fonda le sue attività su concetti quali benessere delle api, qualità della produzione, salvaguardia ambientale.

L’O.P. Terrantiga aderisce a Miele in Cooperativa e al Consorzio a tutela Alveare Italia.

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A San Sperate, a circa 20 km da Cagliari: un Paese Museo con origini antichissime, famoso per i suoi murales e per le incredibili produzioni della terra (come le pesche), le creazioni artigianali e le eccellenze enogastronomiche tipiche. Qui, Terrantiga alleva api locali che, grazie ad un’attenta pratica nomade e al rispettoso presidio del territorio, garantiscono l’impollinazione e la ripopolazione di aree povere di impollinatori, bottinando il nettare tra la rigogliosa macchia mediterranea e le aree costiere di Teulada e Domus de Maria, nell’altopiano di Campeda e sulle montagne Montiferro e Groceano, passando per le pianure fiorite del campidano.

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