Professione Apicoltore: diventare custode della biodiversità allevando le api

La pratica dell’apicoltura ha una storia millenaria, testimoniata da pitture rupestri risalenti al periodo mesolitico e rinvenute nelle Grotte del Ragno di Bicorp, nei dintorni di Valencia.

7000 anni prima di Cristo, infatti, l’uomo si cimentava già nella raccolta del prezioso alimento prodotto dalle api e, a partire dal 2700 a.C. circa, inizia anche a descriverne i benefici curativi su tavolette d’argilla.

Il miele è menzionato nella Bibbia, nel Corano e nel Talmud; apprezzatissimo dagli Egizi – che per primi intuirono le potenzialità dell’allevamento delle api -, dai Romani e dagli antichi Greci, che lo definivano “nettare degli Dei”.

Un’arte millenaria, quindi, che ha accompagnato la stessa evoluzione delle api: un dato che non può stupirci, considerando che le api sono presenti sul nostro Pianeta da oltre 100 milioni di anni, ben prima della comparsa dell’uomo (come testimonia l’ambra fossile risalente al Cretaceo medio e rinvenuta in Myanmar, che custodisce l’antenata dei nostri impollinatori e, incredibilmente, anche il polline che aveva raccolto).

Ma, al giorno d’oggi, cosa possiamo fare per avvicinarci a questo mondo affascinante e magari farne la nostra professione?

Conoscere le api ed il funzionamento di un alveare

Prima di tutto: studiare a fondo questo straordinario insetto, le sue caratteristiche e peculiarità, le sue fragilità e il tipo di alimentazione di cui ha bisogno; conoscere le malattie che potrebbero indebolire la comunità e i rimedi possibili; imparare a maneggiare un alveare, sapendo come è composto e come le api lo utilizzano, per riuscire a raccogliere i diversi prodotti senza danneggiarlo. Ci si può affidare a professionisti del settore, seguire dei percorsi formativi specifici o scoprire l’immensa bibliografia a riguardo. Perché no: imparare al fianco di un apicoltore generoso, che possa svelarci tutti i segreti del suo lavoro!

Creare il nostro apiario

Per iniziare ad allevare api da miele, la cosa probabilmente più importante e delicata da fare è individuare un’area confortevole e riparata, possibilmente orientata a sud/est per beneficiare al meglio di luce e calore, dove poter posizionare le arnie. Per agevolare la bottinatura del polline e del nettare, sarà quindi indispensabile realizzare l’apiario in una zona rigogliosa, ricca di piante e fiori, commisurando il numero delle arnie alle risorse effettive dell’area: se siamo alle prime armi e vogliamo avviare un hobby che aiuti l’ambiente, anche il nostro giardino andrà benissimo!

Dotarsi degli strumenti e del materiale adeguato

Prima di tutto, le arnie in cui accogliere le api: piccole costruzioni realizzate in diversi materiali, meglio se in legno (materiale naturale che non contamina ambiente e prodotto) così composte:

  • fondo antivarroa (una scelta ormai obbligata, dato il dilagare di questo acaro parassita che mette a repentaglio la sopravvivenza dell’ape domestica), costituito da un telaio in legno, un cassettino estraibile e una rete metallica. Questo accorgimento permette di valutare sia l’eventuale presenza della Varroa, che l’effettiva attività delle api, in base alla caduta di cera e/o polline nel cassettino.
  • nido, alto circa 35 cm, in cui riporre i telai (solitamente 10)
  • melario, altezza standard di 17 cm, formato da 4 pareti di legno in cui vengono inseriti i telaini da melario, dove le api deporranno il miele.
  • coprifavo,il coperchio dell’arnia, realizzato in legno, prevede un foro di 4 cm che consente, quando necessario, l’inserimento di nutrimento aggiuntivo per la colonia.
  • tetto, impermeabile e resistente alle intemperie
  • telaini, cornici di legno in cui viene inserito un filo di ferro sottile su cui saldare i fogli cerei, che le api utilizzano come base per costruire il favo.

Oltre all’arnia, sono di fondamentale importanza l’affumicatore, uno strumento utilizzato per tranquillizzare le api in fase di visita all’arnia, e la leva da apicoltura, definita anche “la terza mano dell’apicoltore”. Le api tendono infatti a sigillare tutte le fessure e a fissare fra loro le varie parti mobili dell’alveare con la propoli, materiale molto resistente. Avremo quindi bisogno di questo strumento per staccare i favi e riuscire a rimuoverli al bisogno.

Per la nostra sicurezza, avremo inoltre bisogno di dotarci di un abbigliamento protettivo: tuta e stivali specifici, velo protettivo per testa e viso e guanti rinforzati.

Scegliere le nostre api

Abbiamo predisposto il nostro apiario e ci siamo dotati di tutto il necessario per iniziare. Ma dove trovare le api da adottare e allevare? Possiamo raccogliere uno sciame selvatico con l’aiuto di un professionista, oppure acquistare una o più colonie da venditori certificati. L’ape ligustica, o ape italiana, farà proprio al caso nostro: è docile, resiliente, con scarsa tendenza alla sciamatura (non cercherà di fuggire dal nostro alveare!).

Assicurare un’alimentazione corretta alle nostre api

Cerchiamo di avviare la nostra attività agli inizi della bella stagione, quando le api possono reperire più facilmente polline e nettare disponibili naturalmente sul territorio. Laddove le principali fonti di nutrimento scarseggino, come accade per esempio in inverno, possiamo aiutare le nostre api con sole sostanze glucidiche aggiuntive, per garantirne la sopravvivenza. E non dimentichiamo di mettere a loro disposizione riserve di acqua di sicuro e facile accesso! Infine, dotiamoci di un po’ di pazienza e dedichiamoci con passione al nostro nuovissimo apiario: le nostre api ci ripagheranno ampiamente al momento della raccolta del miele…e anche l’ambiente ci ringrazierà!

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Terrantiga

CHI SIAMO

Terrantiga, espressione della biodiversità sarda, dove alle fioriture spontanee di erica arborea, lavandula, asfodelo, cisto si alternano il rosmarino, l’eucalipto, la malva, il trifoglio, il cardo selvatico, è l’unico collettivo di apicoltori esistente in Sardegna. Una tradizione secolare tramandata di generazione in generazione che si traduce in un modello di apicoltura sostenibile, naturale ed etica: un’azienda che fa del biologico un suo pilastro e che fonda le sue attività su concetti quali benessere delle api, qualità della produzione, salvaguardia ambientale.

L’O.P. Terrantiga aderisce a Miele in Cooperativa e al Consorzio a tutela Alveare Italia.

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A San Sperate, a circa 20 km da Cagliari: un Paese Museo con origini antichissime, famoso per i suoi murales e per le incredibili produzioni della terra (come le pesche), le creazioni artigianali e le eccellenze enogastronomiche tipiche. Qui, Terrantiga alleva api locali che, grazie ad un’attenta pratica nomade e al rispettoso presidio del territorio, garantiscono l’impollinazione e la ripopolazione di aree povere di impollinatori, bottinando il nettare tra la rigogliosa macchia mediterranea e le aree costiere di Teulada e Domus de Maria, nell’altopiano di Campeda e sulle montagne Montiferro e Groceano, passando per le pianure fiorite del campidano.

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