Panciute, dorate, stagliate sul cielo azzurro, le Api sono l’elemento araldico principale della famiglia Barberini e trionfano nei più importanti e significativi monumenti barocchi di Roma, così come sullo splendido affresco di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini.
Nel salone principale del palazzo, l’immenso affresco impegnò l’artista per sette anni, dal 1632 al 1639. Emblema della pittura barocca, supera la cornice della grande volta “sfondando” il limite architettonico con un cielo ricco di personaggi e simboli. Il tema è il “Trionfo della Divina Provvidenza”, rappresentata seduta su un trono di nubi, mentre ordina alla Fama di incoronare lo stemma Barberini.
Lo stemma, nella sua rappresentazione araldica, è quasi scomposto: la forma dello scudo è delineata da due tralci di alloro, il campo azzurro lascia lo spazio al cielo e le grandi api dorate spiccano sotto le chiavi di San Pietro, attributo del Papa.
L’affresco ebbe un successo straordinario sia per la committenza che per una intera generazione di artisti, che divulgarono le soluzioni prospettiche qui sperimentate.