Simbolo di operosità, abbondanza e dedizione, le api furono scelte per sostituire gli originali – e meno eleganti – tafani nello stemma dell’importante casata Barberini.
Maffeo Barberini sale al soglio pontificio nel 1623 come Papa Urbano VIII e rimane fino al 1644. Grande mecenate, diede la sua impronta alla città di Roma. Uno degli artisti preferiti dal Papa, Gian Lorenzo Bernini, ha impresso le “Api Barberini” sul celebre Baldacchino di San Pietro, prima commissione papale.
L’impressionante baldacchino, realizzato in quasi 10 anni con un sorprendente lavoro di cantiere, unisce scultura e architettura stagliandosi al centro della Basilica, sopra la tomba di San Pietro con le sue imponenti colonne tortili. È diffusa la credenza che per realizzare un’opera in bronzo di tale imponenza vennero asportati e fusi i bronzi antichi ancora presenti nel Pantheon: da qui, la celebre Pasquinata “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini” (“ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini”).
Le Api avvolgono completamente il monumento, sventolando nei drappi della tenda bronzea o nascoste dalle foglie d’acanto nei capitelli delle colonne, in un gioco tipico dell’arte barocca.