Ancora indecisi su cosa fare e dove andare per le vacanze pasquali? Questo articolo fa al caso vostro!
Avete mai associato il turismo alle api e all’apicoltura?
Secondo la ricerca “Italiani e miele: immagine, acquisto e consumo” realizzata da Intertek, i consumatori italiani di miele «mostrano un’interessante inclinazione verso una possibile vacanza apituristica: il 75% del campione dichiara, infatti, una predilezione medio-alta a prendere in considerazione una vacanza apituristica nei prossimi anni, con più di 1/3 del campione (il 36%) che si spinge fino a valutazioni estremamente positive.
Ma – concretamente – di cosa si tratta? Che si parli di Apiturismo, come vuole la Treccani, oppure Beetourism, nella versione inglese, o Mieleturismo, si tratta di un tipo di turismo originario della Slovenia, incentrato sulla ricerca di luoghi ed aziende in cui si pratica l’apicoltura.
In sintesi, è un percorso di arricchimento delle conoscenze del turista rispetto al raffinato mondo delle api, al ruolo che svolgono nella conservazione della biodiversità, godendo appieno degli effetti benefici dei loro prodotti e del contatto con la natura.
E se, tra le proposte in programma, appare scontata la degustazione di miele o di altri prodotti delle api, meno ovvia e ordinaria è l’apiterapia, una pratica che utilizza gli alveari e i prodotti delle api (miele, propoli, pappa reale) per rinforzare le nostre difese immunitarie. Inalare l’aria dell’alveare sembra abbia un effetto estremamente benefico sull’apparato respiratorio e sul nostro stato psicofisico.
In quest’ambito, rientra anche l’api-sound terapia, una pratica incentrata sul ronzio delle api, che sembra favorire il rilassamento e la meditazione.
La cura della mente e del corpo, tuttavia, non sarebbe completa senza un assaggio dell’api-cuisine o una visita in apiario, per toccare con mano il lavoro degli apicoltori (e delle api).
Chiudono il cerchio la partecipazione alle feste o alle sagre locali organizzate nelle diverse regioni italiane per celebrare il “prodotto degli dei” od una visita ai tanti piccoli musei del miele in cui, oltre all’esposizione di arnesi e utensili storici dell’apicoltura, gli apicoltori hanno creato un ambiente in cui far rivivere la genuina memoria del passato, con percorsi didattici sull’evoluzione del lavoro dell’ape, sul suo rapporto millenario con l’uomo e sulle sue abitudini.
Vi abbiamo convinti? Se sì, #pasqua24conleapi!